Il viaggiatore che, attraversando il deserto, giungerà per la prima volta all’oasi di Romilda, in un giorno di sole, resterà sicuramente abbagliato dal suo riverbero. I suoi palazzi sono fatti di specchi, cristalli e vetri. Di notte, ciascuno di essi riflette una costellazione diversa. Ma la cosa che più colpisce chi visita Romilda, sono i suoni. Si sente il soffio del vento, il cinguettio dei parrocchetti, il mormorio dell’acqua, ma non si sente alcuna voce. Di giorno, l’uomo che la visita vedrà mille e mille volte il suo riflesso in tutti gli specchi ed in tutti i cristalli di tutti i palazzi, ma non incontrerà mai nessuno dei suoi abitanti. A Romilda non abita nessuno. Se ne sta lì, nell’oasi in mezzo al deserto, ad ingannare i cammellieri con la sua bellezza, come un miraggio. Ma Romilda è vuota, come il deserto che la circonda.