Viaggiando prima per i deserti e dopo per i mari, da dove spira il vento di Scirocco verso il Maestrale, per la lunghezza del tempo di due lune, il viandante troverà Tessa con i suoi palazzi medievali e le sue tende arabe. Vedrà moschee d’oriente e castelli d’occidente, donne che parlano mille dialetti e uomini che li comprendono tutti senza fatica. Nessuno di quei dialetti è nato a Tessa, così come nessuno dei suoi abitanti. Provengono dai quattro punti cardinali e da ciascuna delle tre dimensioni: dal cielo e dal sottosuolo, dalle montagne e dalle pianure, dai fiumi, dai laghi e dal mare. Quando arrivano a Tessa, alcuni hanno unghie per scavare, altri pinne per nuotare, altri ancora ali per volare. Vivono a Tessa per il tempo necessario a perdere le unghie, le pinne, le ali e diventare abitanti di Tessa. Le donne cercano un compagno che non parli il loro dialetto d’origine, la stessa cosa fanno gli uomini. Quando si trovano, lasciano Tessa per salire insieme verso settentrione. A Tessa rimangono coloro che aspettano altri nuovi abitanti. Tra di essi, cercheranno chi non parla il loro dialetto nativo per poter lasciare la città. Nel frattempo, costruiscono palazzi arabi, tende medievali e castelli con minareti. Nulla si sa dei primi abitanti di Tessa, alcuni dicono che siano ancora lì ad aspettare. Altri dicono che non siano mai esistiti.