
L’aereo volava dritto in direzione della luna, con il suo carico. L’uomo seduto in terza fila, con i suoi pesanti pensieri, guardava fuori dal finestrino, fissando nel buio il suo riflesso sulle ali. Pensava alla carta di credito esaurita, alla mappa chiusa a chiave con il lucchetto nella cassetta di sicurezza, a ciò che avevo visto guardando dal buco della serratura nella casa in cui era ospite, a quella donna che aveva l’aspetto squamoso di una tartaruga, che parlava quella strana lingua fatta più di silenzi che di parole. Si chiedeva se aveva fatto bene ad andarsene, o se forse sarebbe stato meglio proseguire così la propria vita, in quella realtà molto più fantastica e molto meno monotona di quella a cui stava facendo ritorno.