Maghi burloni

Fortunatamente, il fuoco al centro della tenda scaldava abbastanza quello sprovveduto di Fausto, che fino ad allora non aveva creduto alla magia e si era fidato dei due esseri mascherati che lo avevano convinto ad entrare nella torre a luci spente, per mostrargli che la magia esiste. Si era portato la torcia, ma i due lo avevano pregato di non usarla altrimenti la magia non sarebbe riuscita. Fausto, pur claudicante, appoggiandosi al bastone, gli aveva dato retta, e in un lampo si era trovato dentro alla tenda indiana, non sapeva come avevano fatto, ma di sicuro non se lo aspettava. Un attimo prima di svanire, i due gli dissero: “troverai un dado, avrai un solo tiro, tornerai indietro solo se uscirà il sei”. Poi svanirono, ridendo sguaiatamente. Fausto era seduto nella tenda, aveva trovato il dado, ma il timore di restare lì nel caso non fosse uscito il sei, gli impediva addirittura di osservarlo bene, figuriamoci di tirarlo. Fuori dalla tenda, non sapeva cosa ci fosse, né in che tempo fosse, l’unica cosa certa era il freddo. Prese coraggio e osservò il dado. Quei due burloni avevano soltanto voluto farlo spaventare: tutte le facce portavano sei puntini. Fece un sospiro di sollievo, mentre gli pareva di sentirli ancora ridere sguaiatamente.